Elsa Isnardi, memoria storica di Vezzi Portio
Elsa Isnardi è una delle voci che meglio raccontano come il territorio di Vezzi Portio sia cambiato nel tempo. Ricorda un’epoca in cui le coltivazioni locali – soprattutto il vino – erano più diffuse, così come la raccolta delle castagne e la presenza abbondante di funghi porcini, oggi molto più rari.
La cucina di un tempo.
Tra i piatti tipici che appartengono alla memoria gastronomica del paese, Elsa cita i ravioli e le paste ripiene, i fugassin, la polenta con i cavoli neri, lo zemìn (bietole e ceci con cotenne e zampino, il piatto dei Morti), la torta di riso salata e il budino di uova aromatizzato con l’interno dei noccioli di pesca. Era una cucina basata sull’autoproduzione: maiali, mucche, conigli, polli e ortaggi provenivano dalla propria casa e dal proprio terreno.
Feste e condivisione.
Le feste patronali – San Giorgio e San Bartolomeo – erano momenti di vera convivialità. Ogni famiglia portava qualcosa da mangiare e il paese diventava un’unica grande tavolata. Elsa ricorda anche le tradizioni del “merendino” del Primo Maggio a Tosse e la Festa delle Cantine, oggi simboli di una socialità che si è in parte affievolita.
Prodotti e saperi locali.
Tra i prodotti simbolo del territorio ricorda le albicocche di Valleggia, un tempo raccolte in grandi quantità e usate per le confetture. Conosce bene anche l’uso delle erbe, come rosmarino, salvia, maggiorana, timo, e distingue le zone migliori per ciascuna. Parla dell’olio ottenuto da olive coltivate in quota e di piatti come le melanzane ripiene, più legate alle aree di Gorra e Segno.
La castagna e il “teccio”.
La castagna aveva (e ha ancora nell’entroterra) un ruolo centrale nell’economia locale. Elsa ricorda l’essiccatoio della sua famiglia, il teccio, dove le castagne venivano affumicate e conservate per tutto l’anno: un patrimonio materiale e culturale che oggi rischia di scomparire.
